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Traduzione a cura di Sakyadhita Italia.
Se aveste l’opportunità di fare una domanda a Buddha, che cosa gli chiedereste?
Riflettevo su questo punto e sapendo che storicamente il Buddha aveva enfatizzato i quattro Sangha (monaci e laici, uomini e donne) e creduto in essi, gli avrei chiesto: “Bhagavan, è vero che ti sei opposto al fatto che le donne si unissero all’ordine monastico? O si trattava solo di un pregiudizio apparso successivamente e messo in giro dai monaci?”
Riguardo alle donne che si univano all’ordine monastico, almeno come appare nei testi, il Buddha disse: “Come risultato di questa azione, il Dharma si estinguerà prima, resterà solo per mille anni”: è come se una mela cattiva fosse stata messa in un cesto pieno di mele buone. “Blah Blah Blah”. Non posso credere che il Buddha fosse così misogino. Se lo era, allora non era un Buddha.
Ma questa è la storia ufficiale. Da allora le monache sono sempre state considerate indesiderabili e viste come un grande ostacolo. Come possiamo accertare, da un punto di vista storico questa asserzione è totalmente ridicola. Perché ora sono passati 2500 anni. Se il Buddha avesse veramente affermato che il Dharma poteva durare solo 1000 anni, avrebbe sbagliato clamorosamente la profezia.
Il punto è che proprio l’idea di un quadruplice Sangha sorse nella mente del Buddha sin dall’inizio. Non è un’idea che venne fuori successivamente; così non è possibile che egli si fosse opposto al monachesimo femminile che era una parte del quadruplice Sangha. Egli descrisse il quadruplice Sangha come una tavola con quattro gambe, molto stabile.
Tutti quelli che si oppongono alla più alta ordinazione monastica femminile come i tibetani, per fare un esempio, hanno una tavola solo con tre gambe e mezzo che mi sembra sia molto instabile. Così sì, se io incontrassi il Buddha faccia a faccia, gli direi: “Oh Bhagavan, è vero che ti sei opposto all’ordinazione delle donne?” Ed egli allora mi risponderebbe “No, no, no mia cara, è tutta propaganda mandata in giro dai monaci”.
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Le nostre parole dovrebbero essere veritiere e anche gentili. Quando le persone ci parlano con durezza, noi ricordiamo le loro parole come un coltello puntato sul nostro cuore. Dovremmo stare molto attenti alla nostra parola e a usarla per far sentire meglio le persone. Anche se ci troviamo di fronte a qualcuno che sbaglia, dobbiamo stare attenti a come dirglielo, dovremmo usare parole che lo facciano migliorare e che nello stesso tempo lo aiutino a stare meglio.
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La terra è coperta di pietre affilate e cardi spinosi così, quando camminiamo, ci feriamo ai piedi. Dovremmo coprire l’intera terra con il cuoio? Se prendiamo un pezzo di cuoio e lo indossiamo sotto la pianta dei nostri piedi, come scarpe, possiamo camminare in ogni luogo senza ferirci. Allo stesso modo non possiamo aspettarci che tutto il mondo giri intorno a noi e sia esattamente come vogliamo che sia. Ma quello che possiamo cambiare è la nostra attitudine interiore.
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E’ molto importante che, mentre estirpiamo dal terreno i semi dei nostri errori, coltiviamo anche i fiori delle nostre buone qualità. Dovremmo apprezzare tutto ciò che c’è di buono in noi e incoraggiarlo a crescere.
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Sapete, siete così fortunati. Siete così fortunati, perché possedete tutte le condizioni. Avete un corpo umano. Questa è una grande condizione. Siete intelligenti, ci sono i Maestri, c’è il Sentiero, siete interessati, avete il desiderio di conoscere. Mi chiedo se siete in grado di realizzare la rarità di tutte queste condizioni.