Daughters of the Buddha
19 Novembre 2024Le riflessioni quotidiane della Ven. Tenzin Palmo su Instagram (ottobre 2024)
19 Novembre 2024Le riflessioni quotidiane delli Ven. Tenzin Palmo su Instagram
Traduzione a cura di Sakyadhita Italia.
La Natura della Mente è uno spazio totalmente vuoto che è riempito di cose come la saggezza, la compassione, la purezza e una chiara consapevolezza non duale. Non duale significa che non c’è distinzione tra soggetto e oggetto. Questa qualità della mente non è accessibile al pensiero o al concetto. Tutte le tradizioni religiose concordano su questo punto. È al di là delle parole, del pensiero; qui il pensiero viene meno, si dissolve. Ma possiamo conoscerla direttamente, possiamo realizzare questa qualità. L’obiettivo del cammino spirituale è accedere a questo livello superiore di coscienza che tutti possediamo e che è la base stessa del nostro essere. E’ la base della nostra vera natura, è la nostra salute sostanziale.
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Non è importante quanto abbiamo elargito al tempio, quanti ritiri abbiamo fatto e quanto a lungo pratichiamo la meditazione ogni giorno. Ciò che è importante è se abbiamo coltivato la gentilezza nei nostri cuori. Ci viene naturale pensare più agli altri esseri che a noi stessi? Quando la rabbia e l’avidità sorgono nella nostra mente, le riconosciamo? Siamo capaci di lasciar andare i nostri sentimenti difficili? Stiamo coltivando una mente che non si avvinghia alle cose? Sono queste le domande che dobbiamo porre a noi stessi per sapere se siamo veramente sulla strada giusta
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All’inizio è molto difficile mantenere la mente attenta e concentrata. La mente va dappertutto, tranne dove desideriamo che vada, ma noi la riportiamo indietro, ogni volta, con pazienza, pazienza e perseveranza. Alla fine la mente comincia a capire, comincia a essere gradualmente presente e più tranquilla. A volte, nella situazione più problematica, scopriamo che la nostra mente non è turbata. Si calma naturalmente. Come ogni cosa, imparare a coltivare la mente è un’abilità che richiede dedizione, pazienza e perseveranza, ma tutti possiamo impararla.
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L’enfasi che è posta oggi sull’essere giovani, sull’apparire belli, sull’aspetto esteriore, sul fisico è patetica ed è basata sulla negazione del fatto che tutti invecchiamo. Invecchiare è naturale. Non c’è nulla di sbagliato nell’invecchiare. Non dobbiamo sentirci in colpa perché sembriamo più anziani di anno in anno. E’ naturale. Sembriamo vecchi e il nostro partner sembra vecchio. E allora?
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E’ certamente giunto il momento che il mondo buddhista riconosca quanto il Dharma sia diventato patriarcale nel corso dei secoli, anche se fin dall’inizio Mahaprajapati e le sue monache hanno affrontato la discriminazione e l’opposizione di alcuni monaci (non quella di Shakyamuni Buddha, ovviamente). Nonostante l’intenzione del Buddha di creare un quadruplice Sangha fiorente, i monaci sono sempre stati in prima linea. Sono loro che, nel corso della storia del buddhismo, hanno studiato, meditato e portato avanti la tradizione. Ora l’enfasi è andata in una direzione opposta e i monaci sembrano spesso superflui e il loro stile di vita arcaico e insostenibile.
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Non credo che tutti abbiano la vocazione a fare un ritiro solitario. Abbiamo caratteri differenti e alcune esperienze, che possono essere utili per una persona, potrebbero essere assolutamente inadatte per un’altra. Alcuni frutti sono molto nutrienti per alcuni individui mentre per altri sono veleno. Egualmente, abbiamo l’esigenza di praticare con sincerità per raggiungere una genuina realizzazione, ma il farlo in solitudine o insieme a un gruppo dipende dalle nostre disposizioni. Alcune persone trovano molto stimolante e utile la solitudine per sviluppare la concentrazione, altre soffrono l’isolamento e ne sono sopraffatte mentre la loro distrazione aumenta. Inoltre in dipendenza del nostro stato d’animo, a volte è più utile stare da soli e in certe circostanze è più produttivo praticare in gruppo. Ci sono tempi diversi per attività diverse.