Le riflessioni quotidiane della Ven. Tenzin Palmo su Instagram (settembre 2024)
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19 Novembre 2024Le riflessioni quotidiane della Ven. Tenzin Palmo su Instagram
Traduzione a cura di Sakyadhita Italia.
Ottobre 2024
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Ogni azione che eseguiamo, non soltanto la meditazione, ma ogni comportamento della nostra vita quotidiana, dovrebbe essere motivata dal desiderio di illuminarci a beneficio di tutti gli esseri.
Ogni gesto che compiamo durante la nostra giornata dovrebbe essere sostenuto dalla doppia motivazione della compassione e della saggezza. In altre parole, ogni cosa che facciamo dovrebbe fondamentalmente essere finalizzata al risveglio della nostra saggezza innata, per aiutare tutti gli altri esseri senzienti.
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Non perdete la grande opportunità di condurre la vostra vita in un modo significativo. Usate questa opportunità unica che ci appartiene, il detenere una preziosa rinascita umana con la quale possiamo portare beneficio sia a noi stessi che agli altri. Al momento della morte potremo andarcene senza rimpianti, sapendo di aver usato questa vita in un modo veramente utile.
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Nella nostra vita quotidiana, momento per momento, dovremmo essere consapevoli di ciò che accade nel nostro cuore. Quando si presentano sentimenti negativi come l’avidità, la rabbia, la gelosia, l’attaccamento, qualsiasi sentimento negativo sorga nei nostri cuori, riconosciamolo, possiamo anche etichettarlo, “rabbia, gelosia, attaccamento”, e poi lasciamolo andare. Non alimentiamolo. Dare energia alle non-virtù è il problema. Limitiamoci a riconoscerlo, a sorriderne, a essere consapevoli che questi sentimenti negativi in realtà non ci rendono felici. Non fanno felici noi e non fanno felici gli altri. Abbiamo già percorso questo sentiero e non funziona, quindi possiamo lasciar perdere.
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Un’idea sbaglaita molto comune sulla meditazione è che meditare significhi avere esperienze eccitanti e insolite: vedere luci, percepire ogni specie di vibrazioni, diventare chiaroveggenti, sentire voci, avere visioni, ecc. Se non succede qualcosa di esaltante, la meditazione appare inutile. In realtà, la meditazione buddhista serve inizialmente a rendere la mente più calma e pacifica, più concentrata, più consapevole, affinchè essa possa poi rivolgersi verso l’interno per esaminare la mente stessa e tornare alla consapevolezza primordiale, che è al di là della mente cosciente. Ci permette di accedere alla nostra natura intrinseca di Buddha, che è in essenza saggezza e compassione. Tuttavia, sedersi e osservare i pensieri che fluiscono non è necessariamente la cosa più eccitante a farsi, soprattutto perché, di solito, i nostri pensieri sono piuttosto noiosi.
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Sino a quando la nostra mente sarà connessa con le emozioni negative legate alle illusioni dell’afferrarsi all’ego – l’avidità, l’avversione, l’arroganza, l’orgoglio e il nostro abituale stato mentale di totale confusione – anche se Guru Buddha in persona fosse di fronte a noi, non potrebbe far altro se non spiegarci come coltivare la nostra mente, come lasciarne andare gli aspetti negativi e accrescerne quelli buoni. Potete leggere questo in qualsiasi testo di Dharma.
Guru Buddha ci insegna che siamo noi a dover percorrere il Sentiero, egli ci può solo indicare la via. Così, anche se noi incontrassimo il più grande Maestro esistente al mondo, tutto quello che egli potrebbe fare sarebbe dirci: “Pratica”. Il grande Guru non potrebbe praticare al nostro posto.
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In due o tre occasioni, il mio Lama mi disse: “Vorrei che tu fondassi un monastero di monache e io risposi: “Oh sì” e lasciai cadere la richiesta. Voglio dire, a quel tempo ero giovane. Non avevo idea di come si potesse iniziare a fondare un monastero di monache. Quindi risposi semplicemente: “Oh, sì”. E poi, quando altri Lama mi dissero: “Ora fonda un monastero”, ho capito intuitivamente che era giusto così, era quello che dovevo fare. Per me era un modo di esprimere la mia profonda gratitudine ai maestri, al mio lignaggio e potevo aiutare le donne.
Inoltre, la prima volta che incontrai il mio Lama gli dissi: “Vorrei essere una Togdenma, una yogini”. E lui fu molto felice. Si alzò, andò in un’altra stanza e tornò con una lunga sciarpa di seta. A quei tempi non si usavano sciarpe di seta, ma di cotone. Le sciarpe di seta erano molto rare e preziose. Prese questa lunga sciarpa di seta, me la mise al collo e disse: “In Tibet avevamo molte Togdenma. Qui, ora, non ci sono più e io prego intensamente perché tu possa ristabilire la tradizione Togdenma”. Ero così felice di queste parole, ero piena di gioia.
Poi il mio Maestro comunicò la mia intenzione agli yogin Togden ed essi dissero: “Oh, fantastico, meraviglioso. Può venire a vivere con noi. La addestreremo noi, le daremo quanto occorre”. E così egli disse: “Può venire a vivere con me, sarò io ad addestrarla”. Ma i laici e i monaci lo vennero a sapere e insorsero: “Non è possibile. Non esiste che una ragazza vada a vivere con i nostri Togden”. Così non potei fare nulla.
Ma ricordo ancora che Rinpoche mi disse: “Prego che tu ristabilisca la tradizione Togdenma”. E sono sicura che, con le preghiere di Rinpoche, riuscirò in questo intento, non per me ma per gli altri.
Ieri 17 ottobre 2024, in occasione della celebrazione del Giubileo d’Argento del Monastero DGL, quattro delle nostre monache, dopo sedici anni di ritiro, hanno ricevuto la veste rossa e bianca dal Togden Trinley Kunchab, che le ha riconosciute ufficialmente come Togdenma.
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Il Buddha non è dio. Non stiamo provando a trasformarlo in una divinità; l’intera espressione della realtà è amore e intelligenza e noi possiamo collegarci a questa natura, ma non facendone una persona, perché abbiamo superato il concetto di personalità. Abbiamo a che fare con l’essenza ultima di ciò che è: luce, amore e intelligenza. Se apriamo il nostro cuore a questa verità, la possiamo percepire, ne sentiamo la corrispondenza con la nostra natura essenziale. Il Buddha non sta là fuori, da qualche parte, concedendoci grazie: “Per favore, Buddha, fammi passare l’esame della prossima settimana!”. Non funziona così, ma con la logica del buonsenso! La verità è che se studiate duramente per tutta questa settimana, passerete l’esame in quella prossima!
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