storie silenti
17 Marzo 2024Per Amore del Risveglio
17 Marzo 2024Dove comincia il mondo oggi? Con quali parole?
di Carla Gianotti
da “La filosofia del grembiule”, in Fare spazio di sapienza, a cura di M. Morgana, QuiEdit, Verona 2022, pp. 45-52, alle pagine 51-52.
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Dove comincia il mondo oggi? Con quali parole? Ogni giorno comincio il mondo. Ogni giorno ho bisogno di inizio, di essere iniziata alla vita, di fare nuovo l’inizio. Perchè l’inizio ci converte agli altrove di bene possibile che ci portiamo dentro. Dove comincio il mondo oggi? Con quali parole?
Talvolta accade che siano i sogni (quelli onirici) che vengono a consegnarci, ad affidarci, visioni ulteriori, nuovi cominciamenti di sguardo…
Una camera illuminata da una finestra a sinistra: la luce è calda e buona. Una maestra di Dharma, che conosco bene e verso la quale nutro particolare devozione, mi fa cucire un vestito bianco su misura. A poco a poco, mi rendo conto che non si tratta di un vestito, bensì di una sopravveste, di un grembiule, dal momento che lascia intravedere il vestito sottostante. E’ un grembiule di cotone bianco immacolato, abbastana aderente, il collo è alto e la vita è segnata da una fascia dello stesso tessuto. E’ un bel grembiule, di buona fattura, sembra quasi un vestito da sposa, se non fosse che è, chiaramente e distintamente, un grembiule…
Il grembiule bianco del sogno, di materiale povero come il cotone e fatto fare su misura da una maestra di Dharma, sembra una sopravveste monacale, o una veste da novizia o, ancora e vagamente, un vestito da sposa, candido e severo a un tempo, senza pizzi o fronzoli di sorta. Di fatto è un grembiule, bello, immacolato e nuovo di zecca, che sa tutta la dignità e il valore del suo essere grembiule.
Si porta in casa il grembiule, in cucina soprattutto, perché parla il linguaggio del lavoro quotidiano, della ripetizione quotidiana. Il grembiule copre il grembo, lo protegge, per dare agio al lavoro delle mani, per lasciare le mani libere di essere operose e buone, di operare ogni giorno il miracolo tutto alchemico della trasformazione del cibo (e ovviamente non solo). Il grembiule è veste di casa, di cucina, di lavoro quotidiano e di buona energia, che ama odori buoni e caldi, promessa di cibo a venire.
Scrive Francesca Rigotti che il grembiule sta sul grembo, protegge il grembo, e che Buono è il grembiule perché protegge il grembo buono e perché presiede ad attività buone... [1] E’ così, il grembiule è veste povera che protegge il vestito, fa grembo al lavoro quotidiano, e custodisce il nostro quotidiano. Perchè indossare il grembiule è prepararsi al giorno che attende, che attende le nostre mani e le mani del cuore. Perché se la proliferazione dei pensieri e delle emozioni afflittive ci porta lontano dal cuore, il grembiule quotidiano, nuovo e fresco di inizio, viene a farsi grembo buono di gesti, parole e pensieri, capace di accogliere (e di lasciare andare).
E poi, indossare il grembiule è essere ‘vestiti di umiltà’, e con i piedi ben piantati a terra. Il grembiule non è mai supponente o arrogante: e come si potrebbe essere arroganti o pretenziosi con un grembiule indosso?
Il grembiule bianco del sogno è allora veste di inizio, fresco del giorno che inizia, promessa e premessa di lavoro e sapere che attende (come il grembiule della scuola elementare, che mani svelte e destre ci infilavano indosso al mattino – sempre così bianco e lindo al mattino, solo al mattino). Ogni giorno mi sento così, una novizia del quotidiano, con un grembiule indosso, che pratica il fare grembo, e il lavorare a tutto quello che sono, a tutto quello che c’è. Perchè le cose iniziano dove io inizio. Perchè oggi è un buon giorno per cominciare, per continuare.
F. RIGOTTI, Nuova Filosofia delle Piccole Cose, Interlina, Novara 2013, pp. 86-87. ↑