Madri divine e donne in cammino
10 Giugno 2024Le riflessioni quotidiane della Ven. Tenzin Palmo su Instagram (marzo 2024)
17 Giugno 2024Le riflessioni quotidiane della Ven. Tenzin Palmo su Instagram
Traduzione a cura di Sakyadhita Italia
Generalmente le preoccupazioni personali sono al centro della nostra vita ed è importante imparare a contenerle, perché sono un fardello molto pesante da portare. Sono come uno zaino pieno di pietre che ci grava sulle spalle e del quale non abbiamo assolutamente bisogno. Dobbiamo alleggerirlo. Poi ci sentiremo molto, molto più liberi.
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In realtà stiamo tutti fondamentalmente bene, perché possediamo quella qualità che si chiama la Natura di Buddha. La Natura di Buddha non è l’immagine di un piccolo Buddha grasso seduto da qualche parte, nel centro del nostro cuore. Significa che tutti siamo veramente illusi rispetto al modo in cui vediamo noi stessi e riguardo a chi pensiamo di essere. In realtà la Natura di Buddha è chi noi veramente siamo.
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Durante la pratica, i Buddha e i Bodhisattva sono presenti. Sono presenti qui e ora, ma noi non li vediamo a causa delle nostre afflizioni. La pratica serve a purificare le oscurazioni e a ottenere una pura percezione.
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9 Febbraio 2024 – Felice anno nuovo del Dragone di Legno! Domani segna l’inizio di un nuovo anno nel calendario tibetano. Qui, a Dongyu Gatsal Ling Nunnery, durante i prossimi giorni, celebreremo l’evento in vari modi. Possa questo nuovo anno portare prosperità sia materiale che spirituale a ognuno di noi. Possano tutti essere felici e in pace.
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L’isolamento nella grotta significava per me un modo di venire a patti con ciò che ero realmente, con quello che noi siamo davvero quando non stiamo interpretando dei ruoli. Interpretiamo continuamente ruoli nella nostra vita. E’ molto noioso interpretare dei ruoli solo per noi stessi, così quando restiamo da soli per un lungo periodo di tempo incominciamo a lasciarli andare. Il ritiro ci dà tempo e spazio per farlo in modo abbastanza organico, senza strappi e durezze.
Amavo stare nella grotta, vi ho trascorso un tempo felice. Le persone pensano che io lo facessi per rivaleggiare con Milarepa, ma non era assolutamente così. Ero molto gioiosa, là stavo bene. Non c’era un altro posto in cui avrei voluto essere, qualcos’altro che avrei voluto fare. Era questa la ragione per cui vivevo lì. Per quanto riguardava la mia famiglia nessuno di loro si era espresso sulle mie scelte. Mio padre era morto quando avevo due anni. Avevo un fratello, ma era all’estero. C’era soltanto mia madre che aveva una grande connessione con me e che era diventata buddhista sei mesi dopo che io avevo preso Rifugio in Inghilterra. Poi aveva trascorso un anno con me in India con il mio maestro. Aveva preso Rifugio con il mio Lama ed era devota a Tara, così ricevevo da lei un grande sostegno. Mi aiutò anche economicamente per molti anni, sostenendomi nel ritiro, anche se sostenermi economicamente per lei era difficile.
Quando parliamo dell’amore incondizionato penso a mia madre, perché mio fratello era in Arabia Saudita, io ero in India e lei era sola. Ma non ha mai detto: “Perché non vieni a casa e ti prendi cura della tua vecchia madre?”. Sapete, non ha mai usato ricatti psicologici anche quando era veramente ammalata e vicino alla morte.
Io non sapevo neanche che era ammalata. Non me l’aveva scritto, perché non voleva disturbare la mia pratica. Pensava che si sarebbe ripresa e allora perché farmi preoccupare? O anche se fosse morta, in quel caso, perché farmi preoccupare?
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Quando Buddha parlò della meditazione sull’amorevole gentilezza – una meditazione molto importante nel buddhismo– disse “Iniziate col mandare amore e gentilezza a voi stessi”. Date a voi stessi benessere, felicità, pace e un confortevole sentire. Siate gentili con voi stessi. Quando sentirete veramente sorgere calore e gentilezza dentro di voi, allora inviate questo sentimento a coloro che amate, a coloro verso i quali provate indifferenza o che pensate siano vostri nemici. Ma dovete sempre iniziare da voi stessi, perché se voi non possedete questi sentimenti, come potrete inviarli all’esterno?
Bodhi significa illuminazione e Citta significa cuore o mente. Così bodhicitta significa pensiero o aspirazione verso l’illuminazione. Ci sono due ragioni fondamentali per le quali noi seguiamo un sentiero spirituale. La prima è perché vogliamo essere liberi. Prendiamo un esempio tradizionale: c’è una casa che brucia. La casa è avvolta dal fuoco e noi riusciamo a uscire mettendoci in salvo. Ma la nostra famiglia, i nostri genitori, i nostri partners, i nostri bambini e anche i nostri animali, tutti sono ancora nella casa. Così cosa faremo? Non possiamo solo dire: “Bene, io sono fuori, cercate di fare del vostro meglio e uscite all’aperto”. Proveremo ad aiutarli, a salvarli dal fuoco.
Un altro esempio. Supponete che ci sia un enorme palude e che stiamo tutti affogando in questa palude. Ora, attraverso tremendi sforzi, in qualche modo, riusciamo a tirarci fuori e ad arrivare sulla terra ferma. Cosa facciamo allora? Ci giriamo, guardiamo la nostra famiglia e gli amici, quelli che ancora si trovano nella palude dicendo: “Bene gente, io sono al sicuro, voi invece vi trovate in una situazione difficile ma potrete salvarvi”. Come ci comportiamo?
La seconda ragione, allora, è che vogliamo aiutare gli altri a liberarsi dalle loro sofferenze.
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Pensate alla mente come a un vasto spazio, invece di essere focalizzati su un punto come se fosse illuminato dalla luce di una torcia. Improvvisamente sarete nel vasto cielo. Nel cielo aperto gli uccelli volano liberi, le api attraversano il vasto cielo, lo attraversano gli aereoplani, non c’è ostruzione; ma non si può catturare il cielo e niente può lasciarvi una traccia. Si può solo attraversarlo, perché è uno spazio aperto.
Allo stesso modo avere un senso di aperta consapevolezza significa semplicemente essere presente, senza catturare niente. Qualsiasi suono si oda, qualsiasi pensiero si pensi, qualunque sentimento sorga, naturalmente lo lasciamo arrivare e poi naturalmente lo lasciamo andare. Non lo tratteniamo: permettiamo che si manifesti, permettiamo che se ne vada. E’ tutto spazioso e vasto. Sediamo in uno stato di presenza, senza aggrapparci a niente, permettendo a ogni cosa di esistere, solo essendo consapevoli, essendo presenti. Quando dico che è molto semplice, tuttavia, non necessariamente intendo che sia facile.
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Le persone pensano che se qualcosa è molto difficile o complicato deve essere buono, di valore, ma spesso le cose più semplici sono le migliori. Tuttavia, a causa del fatto che qualcosa è molto semplice, noi non riusciamo a credere che sia anche virtuosa. In verità, anche il nostro Maestro più realizzato ci insegna che la pratica più efficace è molto, molto semplice.